22/2/ 2018
Il Coordinamento dei Garanti regionali e territoriali delle persone detenute, realtà associativa composta dai Garanti - comunque denominati - delle Regioni, delle Province e dei Comuni con competenze in materia di tutela e promozione dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, ha espresso nei giorni scorsi la propria posizione sulla questione dei decreti delegati per la riforma dell'ordinamento penitenziario, trasmettendola formalmente all'attenzione del Ministro della Giustizia On. Andrea Orlando.
La Garante dei diritti della persona del Veneto, quale componente del Coordinamento in ragione delle proprie competenze in tema di promozione, protezione e facilitazione del perseguimento dei diritti delle persone ristrette, segnala nel proprio sito web il comunicato appena ricordato.
"Il Coordinamento dei Garanti territoriali delle persone private della libertà esprime il proprio apprezzamento per la conclusione dell’iter parlamentare di valutazione della bozza di decreto legislativo di riforma dell’ordinamento penitenziario già approvata dal Consiglio dei Ministri e auspica che il Governo voglia licenziare quanto prima il decreto e avviare l’iter delle deleghe ancora in sospeso, da quella sul lavoro penitenziario a quella sull’esecuzione penale minorile. In questa prospettiva, essenziale è salvaguardare le finalità della riforma in ordine al superamento delle condizioni ostative all’accesso alle sanzioni alternative al carcere. D’altro canto, nello spirito della riforma e degli Stati generali dell’esecuzione penale è auspicabile che il Governo tenga conto delle indicazioni pervenute dalle Commissioni parlamentari sulla territorialità e sulla qualificazione sanitaria delle sezioni penitenziarie destinate ad accogliere le persone detenute con problemi di salute mentale, così come sull’esercizio della delega in materia di affettività in carcere. A tal fine, sarebbe già un significativo passo in avanti anche il semplice riconoscimento della possibilità di svolgere colloqui non sottoposti a controllo visivo, lasciando a una successiva revisione regolamentare la concreta disciplina delle modalità di svolgimento di incontri riservati con familiari e terze persone."