09/6/ 2016
Nella ricorrenza del 199° anniversario della fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria celebrata lo scorso 7 giugno, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Santi Consolo, un messaggio in cui sono espressi sentimenti di gratitudine e apprezzamento per quanti sono impegnati nella delicata funzione dell'applicazione delle misure di giustizia e, al contempo, viene ricordata l'importanza del processo di revisione del modello di detenzione su cui le Istituzioni sono attualmente impegnate.
Un messaggio che contiene chiari riferimenti al dettato dell'art. 27 della Costituzione, alla funzione rieducativa della pena e al senso di umanità cui devono corrispondere i relativi trattamenti; al nuovo senso delle pene che si va radicando nella cultura sociale e politica, così come emerso dai lavori degli Stati Generali dell'esecuzione penale; all'esigenza di perseguimento di un modello organizzativo e di gestione capace di garantire la sicurezza della comunità e le opportunità per i detenuti volte al loro recupero e integrazione sociale.
Si riporta qui di seguito il testo integrale del Comunicato del Presidente della Repubblica, così come pubblicato nel sito web della Presidenza della Repubblica, indicando altresì il link per una lettura diretta del messaggio nel medesimo sito [http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=1801]
C o m u n i c a t o
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Santi Consolo il seguente messaggio:
«Nella ricorrenza del 199° anniversario della fondazione del Corpo sono lieto di esprimere la viva gratitudine e l'apprezzamento della Repubblica alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria impegnati quotidianamente nella delicata funzione dell'applicazione delle misure di giustizia.
La concreta realizzazione di un sistema rispettoso del dettato dell'articolo 27 della Costituzione sulla funzione rieducativa della pena - e sul senso di umanità cui devono corrispondere i relativi trattamenti - rimane obiettivo prioritario, con i passi avanti realizzati sul nodo critico del sovraffollamento carcerario.
L'esigenza di un profondo rinnovamento del modello di detenzione trova fondamento anche nel nuovo senso delle pene che si va radicando nella cultura sociale e politica, emerso dai lavori degli Stati Generali dell'Esecuzione Penale.
Occorre proseguire sulla strada di un modello organizzativo e di gestione che, nel garantire la sicurezza della comunità e il libero svolgimento delle relazioni sociali, sappia unire l'opportunità dell'istruzione, del lavoro, l'apertura alla società esterna, per offrire ai detenuti la scelta del recupero e dell'integrazione.
Sono certo che il Corpo saprà profondere in questo senso la sua professionalità, la sua dedizione, la sua capacità di innovazione.
In questo giorno di solenne celebrazione rendo omaggio ai caduti del Corpo nell'assolvimento dei loro compiti e formulo a tutti voi, in servizio e in congedo e alle vostre famiglie, i più fervidi voti augurali».
Roma, 7 giugno 2016