05/12/ 2017
Visite negli istituti penitenziari; incontri istituzionali sul territorio; promozione del Coordinamento regionale dei Garanti dei diritti dei detenuti presenti nel Veneto; partecipazione alla riunioni di lavoro del Coordinamento dei Garanti regionali e delle province autonome promosse dal Garante nazionale delle persone private della libertà personale nonché a quelle del Coordinamento che riunisce i Garanti regionali, provinciali e comunali attivi nel Paese; gestione delle istanze ricevute che, con riferimento all'anno 2016, sono state complessivamente 44, provenienti da persone ristrette nei diversi istituti penitenziari del Veneto.
Questi i principali ambiti di impegno in cui si è sostanziata l'attività a garanzia dei diritti delle persone ristrette nella libertà personale svolta dalla Garante dei diritti della persona del Veneto, dott.ssa Mirella Gallinaro, a partire dal secondo semestre del 2015 e nel 2016. Della stessa, la Garante dei diritti della persona ne offre una dettagliata rendicontazione nella Relazione presentata nei mesi scorsi al Consiglio regionale, in adempimento alle previsioni dell'art. 10 della propria legge istitutiva (l. .r. 37/2013).
Un'attività sostanzialmente nuova rispetto al passato, in quanto, prima dell'adozione della legge istitutiva del Garante regionale dei diritti della persona del Veneto, non esisteva - all'interno dell'assetto istituzionale della Regione del Veneto - un organo di garanzia dei diritti delle persone ristrette nella libertà personale.
La novità dell'attività, accompagnata dall'assenza di una struttura organizzativa dedicata, non ha permesso - sottolinea la Garante nella premessa della Relazione - di "impostare un’azione più generale di contatti per affrontare le tematiche relative all’esecuzione penale extracarceraria e alle misure alternative". Pur a fronte delle criticità incontrate nell'esercizio dell'attività in questo primo periodo del proprio mandato, la Garante auspica un loro superamento già nel futuro più immediato, "in modo da poter affrontare con rinnovata energia e progettualità un compito che si appalesa da un lato difficile, ma anche 'sfidante', tenuto conto della particolare situazione dell’attuale mondo penitenziario, stretto tra riforma dell’ordinamento stesso, crescita del sovraffollamento carcerario (il numero dei detenuti è stato in calo sino al dicembre 2015 per poi ricominciare a salire pur in presenza di una tendenziale diminuzione dei reati), della consueta e forse crescente emergenza della popolazione detenuta tossicodipendente e della ormai 'cronica' mancanza di operatori dei vari settori, ivi compreso il settore della magistratura di sorveglianza".
La Relazione sull'attività per gli anni 2015 e 2016, con riferimento a quest'area di attività, è disponibile in questo sito web, nella sezione Relazioni annuali. In calce, il link diretto alla Relazione.
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